La riproducibilità dei dati nella ricerca scientifica

Negli ultimi anni, il mondo scientifico sta vivendo una rivoluzione: l’attenzione della comunità scientifica e sociale non si concentra esclusivamente sui risultati, ma anche sui problemi correlati di affidabilità, sicurezza ed efficacia delle scoperte e sull’efficienza e uso efficace delle risorse. È in corso un forte dibattito sulla riproducibilità dei risultati scientifici alla luce del numero crescente di ritrattazioni di articoli pubblicati. Mentre alcuni casi di frode sono stati scoperti e hanno portato al ritiro dei documenti, in altri casi l’irriproducibilità potrebbe essere attribuita a una gestione o elaborazione impropria dei dati o, più in generale, alla mancanza di una buona gestione della sperimentazione. Il numero di ritrattazioni sta crescendo più rapidamente che mai, dieci volte nell’ultimo decennio; ma rappresenta non più dello 0,2% dei 1.400.000 articoli pubblicati annualmente su riviste scientifiche. Le più importanti riviste scientifiche hanno instaurato programmi di controllo della qualità degli articoli in pubblicazione, che includono una peer review più attenta (specialmente al trattamento statistico dei dati) ma anche l’impiego di sofisticati strumenti informatici per individuare manipolazioni e plagi. In ogni caso, la revisione tra pari non può essere considerata un efficace controllo finale per le inesattezze del progetto di ricerca, ma deve essere accompagnata, anzi preceduta, da un metodo rigoroso di conduzione degli studi.

Il problema della mancanza di riproducibilità dei risultati scientifici si sta dimostrando negli ultimi anni – anche mesi – come uno dei temi emergenti più rilevanti nella letteratura scientifica. Una rapida ricerca in PubMed con la riproducibilità e la ricerca delle parole chiave mostra che il numero di articoli scientifici contenenti queste due parole chiave nel titolo è cresciuto negli ultimi cinque anni da pochissimi a più di 20 all’anno. Questa tendenza testimonia la consapevolezza del mondo scientifico delle conseguenze della pubblicazione di scarsi risultati: vanno dall’aumento dei costi per l’industrializzazione, che deve includere una replica rigorosa prima di iniziare un nuovo sviluppo del trattamento, a ritardi nello sviluppo di trattamenti per la malattia. Le conseguenze negative includono non solo l’influenza sulla distribuzione dei finanziamenti per la ricerca e l’incapacità di soddisfare le aspettative della comunità, ma anche un danno alla credibilità della scienza stessa. Quest’ultimo aspetto è anche estremamente dannoso dal punto di vista sociale: mentre le conquiste scientifiche aumentano la fiducia nella scienza, allo stesso modo qualsiasi evidenza pubblica di cattiva condotta o aspettative insoddisfatte ne mina la fiducia, aprendo il varco a populismi e gettando le basi per false credenze. Le recenti polemiche sui vaccini e l’emergere di trattamenti non convenzionali basati su forme di medicina alternativa sono alcuni degli esempi palesi di queste aberrazioni sociali.

Nelle prossime settimane analizzeremo le informazioni sul fenomeno della mancata riproducibilità dei dati della ricerca, dalla stampa e dagli articoli scientifici, per arrivare a discutere di cosa si sta facendo e si può fare per affrontarla.

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